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Che cos’è un kusen?

Ku significa bocca, sen, insegnamento. Il kusen è l’insegnamento orale dato dal maestro o dal monaco anziano durante la meditazione.
Kusen
 
5/13 luglio 2008
Campo estivo a Maredsous
Diretta dal MaestroRoland Yuno Rech

Kannon-Gyo
Non c’è vera saggezza senza compassione.


Il sutra di Kannon Gyo è un estratto del Sutra del Loto.

Kannon è Avalokiteshvarain sanscrito, è il Bodhisattva della Compassione. Il suo nome è stato tradotto in due modi in cinese e in giapponese. Nell’Hannya shingyo è Kanjizai, colui che osserva la libertà perfetta. E’ colui che realizza questa libertà attraverso la comprensione di ku, la vacuità che non significa non-esistenza o la negazione ma niente di sostanziale, niente che esista di per sé. Questo è il Risveglio del Buddha alla totale interdipendenza di tutte le esistenze.
Questo implica che non si può possedere nulla in maniera definitiva o conservare per sé. Possiamo vivere profondamente l’interdipendenza e così ritrovarci in armonia con l’ordine cosmico, con il Dharma ; praticare mushotoku, praticare senza avidità, concentrandoci in modo assoluto su ogni azione, lasciandoci assorbire dalla pratica di zazen, dalla pratica del samu e sperimentare in tal modo la liberazione rispetto all’attaccamento a se stessi, a una idea limitata, ristretta, egoista di sé, e realizzare il vero sé che non è un’entità ma un modo d’essere in unità con tutti gli altri.

Capirlo è kanjizai, la fonte della saggezza. Immediatamente ci si sente del tutto riuniti agli altri, in empatia con gli altri. Meno si è prigionieri di se stessi, delle idee che ci si fa su di sé, più si può essere aperti verso gli altri. Allora Kanjizai diventa Kanzeon, colui che vede chiaramente la vacuità di tutte le sue costruzioni mentali diventa disponibile ad ascoltare i lamenti e le sofferenze del mondo. Questo è il significato di kanzeon : on, i suoni.

Nelle relazioni col mondo, noi usiamo due organi di senso principali : la vista e l’udito. Vedere chiaramente è fonte di saggezza. Si dice sempre  « vedere la realtà così com’è » ma spesso se si sviluppa soprattutto la capacità di vedere, si rischia di sviluppare una saggezza arida ; a quel punto si è molto veloci nel vedere gli sbagli degli altri, gli errori, si ha la tendenza a giudicare molto in fretta, catalogare le persone allora, spesso, è meglio chiudere gli occhi e aprire le orecchie per sentire l’espressione della sofferenza umana. Questo ci mostra Kanzeon-Kannon.
Nell’Hannya shingyo, Kannon-Kanjizai insegna la saggezza a Sariputra. E’ molto importante rendersi conto che è il Bohisattva della Compassione che insegna la saggezza. Ecco perché l’ Hannya shingyo è il principale sutra del Mahayana. E’ per imprimere profondamente nei nostri spiriti che non c’è vera saggezza senza compassione. Noi dobbiamo sviluppare in modo uguale la facoltà di vedere e di ascoltare.

Quando si legge la traduzione del Kannon gyo in un primo momento si può avere l’impressione che si tratti di invocare l’aiuto di qualcun’altro, ed è vero che a volte gli esseri umani di fronte alle loro sofferenze hanno bisogno di ricorrere a una forza superiore che li aiuti ; i bambini chiamano la madre, gli adulti si rivolgono a Dio, i buddhisti a Kannon.
Ma Kannon non esiste da nessuna parte salvo che in ciascuno di noi. Questo significa che dobbiamo rendere viva ed effettiva la dimensione della compassione in noi stessi. Ciascuno deve diventare Kannon e sviluppare la capacità di aiutare gli altri come se stesso senza fare delle differenze. Il Sangha è il luogo in cui è possibile sperimentarlo e svilupparlo.

A volte alcune persone mi chiedono : come posso valutare il mio avanzamento sulla Via ? Se volete rispondervi da soli a questa domanda, chiedetevi a che punto siete nella pratica della compassione.

 

Traduzione di Emanuela Losi